Wiener Riesenrad, Vienna

La Wiener Riesenrad è uno dei simboli della città di Vienna e una delle attrazioni che richiamano più visitatori nella capitale austriaca. Sopravvissuta a incendi e bombardamenti, la gigantesca ruota viennese domina lo skyline della città con i suoi 64,75 metri di altezza. Dopo la demolizione della Grande Roue de Paris nel 1920, la Wiener Riesenrad è diventata la ruota panoramica più alta del mondo, primato che ha mantenuto fino alla costruzione della Technostar di Tsukuba (Giappone) nel 1985.
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Wiener Riesenrad (2018)
La sua posizione all’interno del Prater, un tempo riserva di caccia degli Asburgo e oggi fra i parchi pubblici più grandi e famosi della città, e la sua storia attraverso tre secoli l’hanno resa una delle location ideali per i film ambientati a Vienna. Non c’è da sorprendersi, dunque, nel ritrovarla in numerose pellicole; tra queste: Woman in Gold (2015), 007 – Zona pericolo (1987), Scorpio (1973), Lettera da una sconosciuta (1948).
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C’è però un film che, più di ogni altro, esalta la Wiener Riesenrad: Il terzo uomo (1949) di Carol Reed, votato nel 1999 dal British Film Institute come il miglior film britannico del XX secolo. Un film entrato nell’immaginario collettivo soprattutto per tre aspetti: il personaggio di Harry Lime, le musiche di Anton Karas e la fotografia di Robert Krasker (premiata con l’Oscar).
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Il terzo uomo (1949)
Il terzo uomo (Carol Reed, 1949)
Harry Lime è uno spregevole avventuriero che traffica in penicillina adulterata nella Vienna del dopoguerra suddivisa tra gli Alleati. Il personaggio (interpretato da un indimenticabile Orson Welles) compare nella pellicola per la durata complessiva di appena 5 minuti, ma il fatto che venga nominato continuamente (si contano 57 allusioni verbali prima del suo ingresso in scena) concentra l’attenzione dello spettatore totalmente su di lui.
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Orson Welles - The Third Man
Orson Welles/Harry Lime ne Il terzo uomo (1949)
Il regista Carol Reed, già a Vienna per l’inizio delle riprese, incontrò per caso il musicista Anton Karas nella taverna in cui suonava la cetra (zither) e gli affidò la colonna sonora del film: il Tema di Harry Lime (The Harry Lime Theme) ebbe un successo planetario ed è ancora oggi uno dei brani più famosi e riutilizzati nella storia del cinema.
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Anton Karas
Anton Karas
Tratti distintivi del film sono l’atmosfera spettrale e l’allucinato gioco di luci e ombre (molte scene furono girate con le strade bagnate per sfruttare lo scintillio della luce sulle superfici), ottenuti grazie a una magistrale fotografia in bianco e nero e alla tecnica di ripresa definita angolo olandese (la macchina da presa viene inclinata lateralmente in modo che l’orizzonte risulti in diagonale rispetto al bordo inferiore dell’inquadratura), introdotta a inizio ‘900 dal cinema espressionista tedesco e utilizzata per rappresentare tensione, disagio o squilibrio psichico.
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Dutch angle - Third man
Esempio di angolo olandese ne Il terzo uomo
La Wiener Riesenrad è il luogo in cui lo scrittore Alga Martins (Joseph Cotten) incontra l’enigmatico Harry Lime ed è l’unica scena del film in cui sentiamo parlare Lime, la scena in cui egli pronuncia la celeberrima battuta:
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“In Italia, sotto i Borgia, per trent’anni hanno avuto guerre, terrore, assassinii, massacri, e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e cos’hanno prodotto? Gli orologi a cucù.”
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Cotten - The third man
Alga Martins/Joseph Cotten
Una volta azionatasi la ruota panoramica, la tensione della scena cresce con l’altezza della vettura entro la quale i due protagonisti discutono e con il cambiamento di tono della conversazione, che da tranquillo diventa pian piano sempre più grave, accompagnata dalla maschera di cordialità sullo sguardo minaccioso e luciferino di Lime.
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Il terzo uomo - Martins e Lime
Cotten/Martins e Welles/Lime ne Il terzo uomo
La ruota può essere vista come una metafora della sorte: l’astuto Lime aveva invitato l’ignaro amico per offrirgli di collaborare ai suoi loschi traffici, ma si ritrova davanti il goffo ficcanaso che lo porterà alla distruzione.
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