Sciarada (Stanley Donen, 1963)

Sciarada (Charade) è un film del 1963 diretto da Stanley Donen con protagonisti Cary Grant e Audrey Hepburn.

Regina Lampert (Audrey Hepburn) è un’americana che vive a Parigi. Il marito Charles, misterioso avventuriero, viene assassinato su un treno mentre sta fuggendo con l’equivalente di 250.000 $. Da quel momento Regina, che non era al corrente dei loschi affari del marito e che non ha idea di dove si trovino i soldi, viene tampinata da Tex, Scobie e Gideon (James Coburn, George Kennedy e Ned Glass), tre torvi individui che sostengono di essere i proprietari del denaro e che ne pretendono la restituzione. I tre non sono gli unici interessati al cospicuo gruzzolo: Hamilton Bartholomew (Walter Matthau), funzionario della CIA, svela a Regina i retroscena relativi al denaro reclamandone la consegna poiché di proprietà del governo statunitense. Un affascinante uomo di mezza età conosciuto in vacanza, Peter Joshua (Cary Grant), si offre di aiutare Regina a trovare il denaro. È qui che ha inizio il rompicapo che dà il titolo al film: per nascondere ogni traccia, Charles aveva utilizzato il contante per acquistare qualcosa dal valore consistente e duraturo, qualcosa che non desse nell’occhio…

Cary Grant e Audrey Hepburn in Sciarada (1963)

La performance di un cast straordinario, l’intesa perfetta della coppia Grant-Hepburn, la superlativa sceneggiatura, l’esemplare regia di Stanley Donen, le ammalianti ambientazioni parigine e le coinvolgenti musiche di Henry Mancini rendono questo film una vera gemma nella moltitudine di opere coeve ben più incensate e reclamizzate.

Sciarada appartiene a un genere che non esiste più, il giallo-rosa, che univa la suspence del thriller al brio della commedia e al romanticismo del genere sentimentale: il film, infatti, si divide equamente tra una commedia sofisticata statunitense (screwball comedy) degli Anni ’30 e Intrigo internazionale (North by Northwest, 1959) di Alfred Hitchcock, che vede protagonista lo stesso Cary Grant. Non a caso, la pellicola è stata definita “il miglior film di Hitchcock che Hitchcock non ha mai realizzato”. Secondo il critico Chris Cabin, la struttura del film richiama il best seller di Agatha Christie Dieci piccoli indiani.

Cary Grant in Intrigo internazionale (1959)

La screwball comedy ha dominato il panorama cinematografico statunitense nel decennio 1935-45, sopravvivendo fino agli Anni ’60: era solitamente incentrata sulla guerra dei sessi e sull’incontro/scontro fra personaggi che, superata un’iniziale repulsione, finiscono con l’innamorarsi dopo una serie di imprevedibili eventi, talvolta con scambi di persona.

Il genere entrò ufficialmente in scena nel 1934 con Accadde una notte di Frank Capra, primo film a vincere i Premi Oscar nelle cinque categorie principali (miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista, miglior attrice protagonista, miglior sceneggiatura non originale), in un contesto storico molto particolare: lo spirito ottimista, i ritmi frenetici e la disinvoltura dei costumi promossi dal New Deal del presidente Roosevelt e la rigida censura imposta al cinema dal Codice Hays diedero vita a un nuovo genere di commedia, caratterizzata da dialoghi incalzanti, sferzanti allusioni e raffinato umorismo.

Clark Gable e Claudette Colbert in Accadde una notte (1934)

I critici Andrew Sarris ed Enrico Giacovelli definiscono le screwball comedies rispettivamente come sex comedies without the sex e commedie del desiderio. Frank Capra, George Cukor e Howard Hawks sono solo alcuni dei grandi registi che esaltarono questo genere cinematografico. Tra gli interpreti brillavano star come Katharine Hepburn, Clark Gable e James Stewart, ma l’indiscusso re della commedia sofisticata fu proprio lui: Cary Grant.

Cary Grant

Cary Grant è stato uno degli attori più brillanti e affascinanti della storia del cinema. Inglese di nascita ma trasferitosi giovanissimo negli Stati Uniti, era dotato di una naturale e raffinata eleganza, una notevole prestanza fisica e un sottile senso dell’ironia. Ha recitato pressoché in ogni genere di film, dalle commedie brillanti alle pellicole sentimentali e drammatiche, fino ai thriller di Alfred Hitchcock, di cui è stato dichiaratamente l’attore preferito.

Sciarada fu l’unica occasione per Grant di lavorare con Audrey Hepburn, avendo anni prima rifiutato di recitare in Vacanze romane (1953) e Sabrina (1954). Grant, che compì 59 anni durante le riprese, si sentiva piuttosto a disagio riguardo al proprio ruolo: il copione prevedeva infatti una storia d’amore tra lui e la Hepburn e la differenza di età tra i due divi era considerevole (all’epoca la Hepburn aveva 33 anni). La produzione gli venne allora incontro aggiungendo alcune battute in cui il suo personaggio fa riferimento alla propria età e rappresentando la Hepburn come inseguitrice nella relazione.

Cary Grant e Audrey Hepburn in Sciarada

Nonostante le iniziali remore, la chimica tra i due attori si rivelò eccezionale e fu senza dubbio uno dei motivi di maggior successo del film. A testimonianza di ciò, l’anno successivo Grant dichiarò: “L’unico regalo che desidero per Natale è un altro film con Audrey Hepburn!”

Audrey Hepburn in Sciarada

Audrey Hepburn era all’apice della carriera, reduce dal successo di Colazione da Tiffany (1961). La sua bellezza e la sua eleganza in questo film sono davvero impareggiabili. Non è più una timida giovinetta che inizia a scoprire il mondo, come la principessa Anna in Vacanze romane o Sabrina nell’omonimo film, né una ragazza spregiudicata in costante conflitto con se stessa che si rifiuta di crescere, come la Holly Golightly di Colazione da Tiffany: è una donna che irradia una bellezza consapevole e smaliziata.

Audrey Hepburn in Sciarada

Nel gioco delle parti, la Hepburn si esalta in un’interpretazione elegantemente tesa, in contrapposizione al classico Grant sornione e charmant. I costumi di Givenchy, che si adattano ai suoi ruoli come se l’attrice fosse sempre tutt’uno con il personaggio che interpreta, raggiungono in questo film un’eleganza sublime.

Audrey Hepburn in Sciarada

Fu uno degli ultimi ruoli significativi nella carriera di Cary Grant, così come per due iconici caratteristi presenti nel film: Ned Glass (Leopold W. Gideon) e Jacques Marin (l’ispettore Grandpierre), attore francese e storica spalla di Jean Gabin, che avrebbe ritrovato la Hepburn in Come rubare un milione di dollari e vivere felici (1966).

Ned Glass (a sinistra con James Coburn) e Jacques Marin in Sciarada

I personaggi secondari sono un notevole punto di forza del film. Sciarada fece da definitivo trampolino di lancio per un trittico di futuri premi Oscar: Walter Matthau, James Coburn e George Kennedy. Non ancora celebre per il fortunato sodalizio con Jack Lemmon, Walter Matthau interpreta brillantemente un ruolo camaleontico in sordina, in netta contrapposizione con la ricercata sfacciataggine del protagonista maschile, Cary Grant. James Coburn, che aveva già recitato piccole ma rilevanti parti ne I magnifici sette (1960) e La grande fuga (1963), interpreta un cattivo dall’acume sottile e dall’espressione mefistofelica. George Kennedy, al primo ruolo importante in carriera, arricchisce la pellicola di comica brutalità.

Walter Matthau, James Coburn e George Kennedy in Sciarada

Sciarada è un meccanismo perfetto, coinvolgente fin dalla prima scena e scandito da tempi e ritmi che ricordano il musical. Il merito è soprattutto del regista Stanley Donen, ex ballerino e coreografo, esperto cineasta di celeberrimi film musicali, tra cui: Cantando sotto la pioggia (1952), co-diretto insieme a Gene Kelly, Sette spose per sette fratelli (1954) e Cenerentola a Parigi (1957), nel quale aveva già diretto la Hepburn.

Stanley Donen

E la location? Parigi nei film non è mai solo scenografia, è uno dei personaggi. I mercati generali di Les Halles, i Bateaux Mouches, il Lungosenna, Notre-Dame, i Jardins des Champs-Élyseés, il Palais Royale, la Comédie-Française: ognuno di questi luoghi resta indissolubilmente legato alla scena che ospita nel film.

Notre-Dame, il Bateau Mouche e il Palais Royale

Le atmosfere romantiche sembrano dominare tutto il resto e lo spettatore si lascia cullare nel loro fascino in tante memorabili sequenze. C’è però anche un’altra Parigi in Sciarada: misteriosa, nebbiosa, di una tranquillità sfarzosa ma in realtà solo apparente. Una città dall’aspetto tanto regale che al tempo stesso riesce ad essere così inquietante e minacciosa: nessun’altra ambientazione avrebbe raggiunto lo stesso effetto.

Ma cosa sono le immagini senza la musica? Henry Mancini compose le musiche di Sciarada nel suo periodo migliore, al culmine del successo: già pluripremiato agli Oscar per Colazione da Tiffany (1961) e I giorni del vino e delle rose (1962) e prima di comporre il celebre tema della Pantera Rosa per l’omonimo film (1964), Sciarada gli consentì di rinsaldare il suo sodalizio con la Hepburn. Nella colonna sonora del film, musica classica e jazz si fondono alla perfezione, ricreando le atmosfere sognanti e i ritmi incalzanti tipici del suo inconfondibile stile.

Henry Mancini

Una curiosità: gli ipnotici titoli di testa sono opera di Maurice Binder, disegnatore statunitense ideatore della cosiddetta gun barrel sequence (sequenza della canna di pistola), tema di apertura ricorrente nei film di James Bond.

La celebre gun barrel sequence

…e tutti risero (Peter Bogdanovich, 1981)

Alcuni anni fa, due mostri sacri della regia come Quentin Tarantino e Wes Anderson inserirono tra i propri film preferiti …e tutti risero (1981) di Peter Bogdanovich, sorprendendo critici e appassionati. Capita spesso che un insuccesso commerciale salga alla ribalta come “cult” dopo simili investiture. Per circostanze straordinarie, tragiche o paradossali, alcuni di questi film diventano addirittura leggendari.
_
È il caso di …e tutti risero, condannato a un titolo beffardo dai tristi eventi che ne hanno costellato la realizzazione e impedito, di fatto, la diffusione. Una commedia romantica che parla d’amore con tenerezza e leggerezza ma che, una volta conosciuta la sua storia, non può fare a meno di suscitare profonda tristezza.
_

Cast di ...e tutti risero (1981)
Il cast di …e tutti risero (1981): Colleen Camp, Blaine Novak, Patti Hansen, Ben Gazzara, Audrey Hepburn, John Ritter, Dorothy Stratten, George Morfogen

Il film ha come protagonisti degli investigatori privati di un’agenzia di New York con la poco professionale abitudine di innamorarsi delle donne che dovrebbero sorvegliare. Per due di loro, la situazione si complica: John Russo (Ben Gazzara) ha una relazione con la moglie di un diplomatico (Audrey Hepburn), mentre Charles Rutledge (John Ritter) perde la testa per una giovane donna (Dorothy Stratten) fatta pedinare dal marito geloso.
_
In un film senza cattivi, la trama era il drammatico specchio delle vite di attori e regista.
_
Audrey Hepburn stava attraversando un periodo difficile con il suo secondo marito, lo psichiatra Andrea Dotti, con cui era rimasta solo per loro figlio. Ben Gazzara era ormai vicino a concludere il proprio rapporto con la seconda moglie, l’attrice Janice Rule.
Prima dell’inizio delle riprese, durante la realizzazione del film Linea di sangue (1979), Hepburn e Gazzara avevano avuto una storia d’amore, che era finita male: Gazzara si era infatti innamorato della modella Elke Krivat, che avrebbe poi sposato, e aveva iniziato le pratiche del divorzio dalla moglie.
_
La tensione tra Hepburn e Gazzara, oltre a portare imbarazzo e tristezza sul set, compromise inevitabilmente la chimica tra i due personaggi, nonostante le eccezionali capacità degli attori.
_
Fu l’ultimo ruolo principale di Audrey Hepburn in un film per il cinema.
_

Ben Gazzara e Audrey Hepburn (...e tutti risero, 1981)
Audrey Hepburn e Ben Gazzara (…e tutti risero, 1981)

La ventenne Dorothy Stratten era al primo ruolo di rilievo in carriera. A causa della precaria situazione economica familiare, aveva iniziato a lavorare in un locale a soli 14 anni. Qui aveva incontrato Paul Snider, un impresario più vecchio di lei di nove anni, con cui aveva intrapreso una relazione e che l’aveva introdotta nel mondo della rivista Playboy, dove sarebbe diventata Playmate dell’Anno 1980. Dopo i primi successi di lei, i due si erano sposati.
_
Durante le riprese di …e tutti risero, la Stratten si legò sentimentalmente al regista Peter Bogdanovich e i due andarono a vivere insieme. Nessuno poteva immaginare che le vicende del suo personaggio, che nel film tradisce il marito per poi lasciarlo per uno dei protagonisti, sarebbero state il preludio alla sua tragica fine.
_

Stratten e Bogdanovich
Dorothy Stratten e Peter Bogdanovich

A riprese ultimate, sottovalutando la morbosa gelosia del marito (che era arrivato ad assoldare un detective privato per sorvegliarla), la Stratten decise di incontrarlo un’ultima volta per concludere gli accordi economici per la separazione. Durante questo incontro, Paul Snider la uccise sparandole con un fucile e, poco dopo, si suicidò. Era il 14 agosto 1980.
_
La storia di Dorothy Stratten è raccontata nel film Star 80 (1983), di Bob Fosse.
_
La pubblicità negativa provocata dalla tragedia limitò la distribuzione della pellicola. Bogdanovich non poteva accettare quella sorte per l’unico film da lui girato con la Stratten. Decise pertanto di acquistarne i diritti, pagando di tasca propria la riedizione. Arrivò a spendere cinque milioni di dollari, incassandone meno di uno: nel 1985 dichiarò bancarotta.
_
Il flop al botteghino di …e tutti risero, insieme agli insuccessi di Cruising, I cancelli del cielo e Un sogno lungo un giorno, concluse il periodo degli Anni ’70 definito New Hollywood, durante il quale i film venivano gestiti completamente dai registi. Da allora, gli studios di Hollywood raramente finanziano dei film affidandone il pieno controllo ai registi.
_
Bogdanovich descrisse il periodo della realizzazione del film e i tragici fatti legati all’omicidio della Stratten nel libro The Killing of the Unicorn, pubblicato nel 1984.
Nella mente del regista c’era un film personale sull’amore e sulla battaglia tra i sessi, nascosto dietro un genere di copertina, detective privati: il tema dominante era la libera espressione di amori e desideri latenti.
_
Charles (Ritter), che nel film sorveglia Dolores (Stratten) per amore e non più solo per lavoro, indossa occhiali oversize con montatura di plastica, marchio di fabbrica del regista Peter Bogdanovich: forse un riferimento all’iniziale senso di colpa di Bogdanovich e alla successiva accettazione del suo amore per la Stratten. O forse solo una tenera allusione ai suoi sentimenti per lei, in un momento da lui definito come “il più felice della sua vita”.
_

Dolores (Stratten) e Charles (Ritter) in ...e tutti risero (1981)
Dolores (Stratten) e Charles (Ritter) in …e tutti risero